Breve viaggio nel mondo della lingua dei segni




 

Breve viaggio nel mondo della lingua dei segni


Tutti abbiamo visto alla tv, almeno una volta nella vita, gli interpreti della lingua dei segni che traducono per i sordi. Anche tu sei rimasto affascinato nel vedere quelle mani che si muovono in modo così armonioso? Ti sei sempre chiesto cosa significano tutti quei segni? Se davvero muovendo le mani riesci a comunicare tutto ciò che vuoi? Puoi finalmente trovare una risposta alle tue domande nell’articolo che ti voglio proporre. Sarà un viaggio breve, ma intenso nel mondo di chi sa ascoltare il silenzio.

LA LINGUA DEI SEGNI

La lingua dei segni è una lingua visivo-gestuale, perché veicola i messaggi tramite i movimenti del corpo e viene recepita con la vista. Tali movimenti, incomprensibili a chi non conosce questa lingua, non sono gesti, ma segni ad ognuno dei quali corrisponde un significato preciso e codificato. Può sembrare incredibile, ma è una lingua a tutti gli effetti con una propria struttura sintattica ed è costituita da componenti manuali (i segni) e componenti non manuali (le espressioni facciali). In realtà, sarebbe più corretto parlare di lingue dei segni al plurale perché ne esiste una per ogni lingua verbale diversa: la lingua dei segni italiana (LIS), la lingua dei segni americana (ASL), la lingua dei segni britannica (BSL), la lingua dei segni francese (LSF) e così via. In questo articolo parleremo di quella italiana (che d’ora in poi chiameremo con il suo acronimo LIS).

LA LIS (Lingua dei Segni Italiana)

Ora che è finalmente chiaro cosa si intende per lingua dei segni, un passo è fatto! Allora possiamo iniziare a vedere più da vicino quella che ci interessa maggiormente, quella usata nel nostro paese: la LIS. Innanzitutto, è bene precisare che la LIS è la lingua utilizzata dalla comunità dei sordi. Sì, hai letto bene, ho scritto SORDI. Molti pensano che questo termine sia una mancanza di rispetto nei confronti di coloro che, nel linguaggio politicamente corretto, si definiscono non-udenti. Niente di più sbagliato: inserire la negazione davanti a un’abilità (la vista, l’udito…) non fa altro che sottolineare il deficit di una persona, facendola sentire diversa. Dire “sordo” può sembrare brutale, ma è il termine corretto con cui la stessa comunità sorda si identifica. Tuttavia, non solo i sordi conoscono la LIS, ma anche gli udenti che, per un motivo o per l’altro, si avvicinano a questo mondo. Pertanto, coloro che “parlano” questa lingua sono definiti segnanti. Purtroppo, l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non aver ancora riconosciuto ufficialmente la propria lingua dei segni, motivo per cui non si può parlare di una lingua dei segni italiana unica e diffusa in tutto il paese: i segni variano da una città all’altra e a volte persino all’interno di una stessa città in base all’istituto o al circolo che i sordi frequentano. Attualmente è difficile dire se si tratti di varietà dialettali o addirittura di lingue dei segni diverse. Proprio per questo le comunità sorde si battono da molti anni per adottare una lingua italiana dei segni ufficiale e comune a tutto il paese.

LIS è l’acronimo di Lingua Italiana dei Segni, tuttavia tale dicitura non è corretta perché associa la lingua dei segni alla lingua italiana, lasciando quindi intendere che la prima sia la lingua italiana semplicemente utilizzata in maniera diversa, con i segni al posto delle parole. In realtà non è affatto così: la LIS e l’italiano sono lingue completamente diverse, ognuna con la propria morfologia e sintassi. Quindi, nonostante l’acronimo tragga in inganno, la dicitura corretta è lingua dei segni italiana.

CENNI SULLA SINTASSI E SUL LESSICO DELLA LIS

Per avere un’idea della sintassi della LIS e capire in cosa differisce rispetto a quella dell’italiano basta vedere il diverso ordine della frase. Nella LIS l’ordine più comune è:

  • Luogo e tempo (e viceversa)

  • Soggetto

  • Oggetto

  • Verbo

  • Negazione e/o pronome interrogativo

Per fare un esempio pratico, la frase in italiano “Ieri non ho visto mio fratello” tradotta in LIS diventerebbe “Ieri io fratello mio vedere no”. Bisogna pensare al fatto che una persona sorda non ragiona con le parole come un udente, ma con le immagini, quindi deve visualizzare per prima cosa gli agenti della frase e poi codificarne l’azione. Ovviamente la grammatica della LIS non si limita a questo, ma ha una struttura molto complessa che consente ai sordi di esprimere tutto ciò che gli udenti possono esprimere verbalmente. Quindi, per rispondere a una delle domande che ci si pone più frequentemente sulla lingua dei segni: sì, la LIS, come tutte le altre lingue dei segni, è in grado di comunicare qualsiasi cosa si voglia dire, senza limiti.

A livello di lessico, la LIS utilizza segni che possono essere eseguiti a una o due mani sia in modo simmetrico che in modo asimmetrico. Ciò che è fondamentale per distinguere un segno dall’altro sono 4 parametri:

  • Luogo: i segni possono essere eseguiti vicino o a contatto con parti del corpo oppure nel cosiddetto spazio neutro (di solito davanti, a destra o a sinistra del segnante);

  • Configurazione: si tratta della forma che assume la mano per eseguire un segno e generalmente deriva dalle lettere dell’alfabeto manuale oppure dai numeri;

  • Movimento: si tratta del movimento delle mani, dei polsi o delle braccia durante l’esecuzione del segno;

  • Orientamento: si tratta della posizione del palmo della mano durante l’esecuzione del segno.

 








Nella prima immagine troviamo l’alfabeto manuale della LIS con tutte le lettere che si usano, generalmente, solo per fare una sorta di spelling dei nomi propri o di neologismi che ancora non hanno un segno. La seconda immagine, invece, mostra l’esecuzione del segno “mamma” secondo i 4 parametri che abbiamo elencato: seguendo l’alfabeto manuale nella figura sopra, notiamo che la configurazione è quella della “A”, il luogo è a contatto con la guancia destra, l’orientamento del palmo è verso il segnante e il movimento è ripetuto due volte.

Un’ultima curiosità interessante sul lessico della LIS è il “nome segno”. Cos’è? Come abbiamo visto poco fa, le lettere dell’alfabeto della LIS si usano quasi esclusivamente per fare lo spelling del proprio nome. Quando ci si presenta per la prima volta a qualcuno, quindi, si segnerà il proprio nome servendosi di tali lettere. Tuttavia, usare l’alfabeto ogni volta che si deve nominare qualcuno sarebbe troppo lungo, quindi è stato creato l’escamotage del nome segno, ovvero un segno che può far riferimento a una qualsiasi caratteristica distintiva (fisica, del nome, del carattere…) della persona in questione, in modo che sia velocemente riconoscibile a tutti. Ad esempio, una persona che porta gli occhiali potrebbe avere un nome segno che si riferisce a quella caratteristica.

LINGUE DEI SEGNI E MUSICA

Sicuramente tante persone udenti pensano che purtroppo la sordità impedisca di godere della bellezza della musica. E invece non è così! O almeno non più. Le persone sorde sono in grado di percepire le vibrazioni della musica e dal 1975, grazie al maestro venezuelano José Antonio Abreu, hanno la possibilità di “ascoltarla” visivamente. Da quel momento, infatti, è nata la traduzione vera e propria delle canzoni nelle lingue dei segni. Nella LIS questo nuovo tipo di musica che abbatte le barriere tra mondo sordo e mondo udente, ha iniziato a diffondersi solo recentemente grazie ai “LIS performer”, ovvero persone (udenti e non) che traducono e interpretano le canzoni in LIS per dare anche ai sordi la possibilità di accedere allo splendore della musica.

Se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere l’intervista a Mauro Iandolo, il LIS performer che ha partecipato a Sanremo, portando per la prima volta sul palco dell’Ariston la musica visiva: https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/cantare_in_lingua_dei_segni_lo_insegna_il_lis_performer_mauro_iandolo


Ed ecco che siamo arrivati alla fine del nostro viaggio nella lingua dei segni. Seppur breve, spero ti abbia permesso di trovare qualche risposta alle tue domande e abbia suscitato il tuo interesse. Se sei curioso/a di imparare qualche segno, ti consiglio questo magnifico dizionario online delle lingue dei segni con un lessico molto ampio e semplice da utilizzare sia dal PC che dal cellulare: https://www.spreadthesign.com/it.it/search/



Autrice: Zahra Jarib

Comments

Popular posts from this blog

5 migliori siti per trovare lavoro come traduttore

10 cursos gratuitos para traductores que no te puedes perder

10 positions in the translation industry to boost your career