Come diventare un traduttore o una traduttrice freelance e trovare i tuoi primi lavori
Come diventare un traduttore o una traduttrice freelance e trovare i tuoi primi lavori
Il tuo sogno nel cassetto
è diventare un traduttore o una traduttrice freelance, ma non hai le idee ben
chiare su come farlo?
In questo articolo troverai tutte le risposte alle domande più comuni che qualsiasi traduttore o traduttrice freelance potrebbe farsi: dalla scelta dell’università fino a quella di una o più specializzazioni, per passare poi a cosa vuol dire lavorare come freelancer e come trovare i primi incarichi di traduzione.
Indice dei contenuti
1.
Cosa devo
fare per diventare un traduttore o una traduttrice freelance?
2.
Cosa si
studia per diventare traduttore o traduttrice?
3.
Come
diventare traduttore senza laurea?
4.
Come
scegliere in cosa specializzarsi?
5.
Come si
diventa freelancer?
6.
Come trovare
i primi lavori?
Cosa devo fare per diventare un traduttore o una traduttrice freelance?
Un traduttore o una
traduttrice freelance è una persona che lavora in maniera autonoma, ovvero che
non lavora all’interno di un’azienda come dipendente (il suo contrario è
infatti traduttrice o traduttore in-house).
Chi lavora come
freelancer lavora quindi per i suoi clienti, che possono essere:
-
clienti
diretti, ovvero aziende, enti, organizzazioni o persone che comunicano senza
intermediari con il/la freelancer;
-
agenzie di traduzione, ovvero società che si occupano di gestire gli incarichi di
traduzione e proporli a diversi freelancer.
Ogni professionista
sceglie con quali clienti lavorare: è molto comune per traduttori e traduttrici
iniziare a lavorare con le agenzie (che, facendo da intermediarie, offrono
guadagni più bassi rispetto ai clienti diretti) per poi costruire la propria rete
di clienti.
I motivi che spingono chi
studia traduzione a diventare freelancer sono molti, tra cui:
-
Maggiore
flessibilità: sei tu a decidere i tuoi orari e giorni di lavoro;
-
Maggiore
possibilità di crescita: sei tu a decidere quali servizi offrire ed eventualmente
modificarli nel tempo.
Esistono anche alcuni
lati negativi, come gli alti e bassi dei flussi di lavoro, la necessità di
gestire in maniera autonoma preventivi e fatture, l’assenza di tutele in caso
di malattia, per dirne alcuni.
Se essere freelancer è il
tuo sogno, valuta attentamente i pro e i contro di questa scelta di vita: non è
l’unica strada possibile, ma forse potrebbe essere quella giusta per te.
In questo articolo
troverai quindi il percorso più comune per chi svolge oggi questa professione,
dalla scelta della facoltà universitaria a quella degli ambiti di
specializzazione, per iniziare a cercare i primi clienti e aprire una partita
IVA.
Ricorda però che il tuo potrebbe essere molto diverso, ed è giusto che lo sia! Esistono molte traduttrici e traduttori freelance che non hanno seguito questa strada, e svolgono questo mestiere lo stesso.
Lasciati ispirare dai nostri consigli, ma
non avere paura di costruire la tua carriera in base alla persona che sei e che
vorresti essere in futuro.
Cosa si studia per diventare traduttore o traduttrice?
In Italia, il percorso di
studi più comune per futuri traduttori e traduttrici inizia all’università, con
una triennale in:
-
Lingue e
letterature straniere
-
Mediazione linguistica
per poi proseguire con
una laurea magistrale in Traduzione. Ogni università ha le sue particolarità:
possono essere pubbliche o private, garantire l’apprendimento di due o tre
lingue straniere e avere in programma un numero variabile di corsi di
traduzione all’anno.
Per avere una panoramica
completa delle migliori università in questo settore, ti consigliamo di
consultare l’ultima edizione della classifica CENSIS e confrontare i corsi di studi di varie facoltà
diverse tra loro per capire qual è il migliore per te.
Come diventare traduttore o traduttrici senza laurea?
Sì, è possibile diventare
traduttori e traduttrici anche senza una laurea in Traduzione, anche se è
decisamente più difficile. Lo conferma Eva Katernberg, UX/UI Localization
Specialist freelance con una laurea in Economia:
“Durante il primo
semestre all’università ho iniziato a studiare linguistica e a frequentare
corsi di economia, perché pensavo che fosse un’opzione che mi avrebbe aperto
molte strade. Dopo poco tempo ho completamente lasciato da parte la linguistica
per concentrarmi sull’economia, continuando comunque a seguire corsi di lingue
e studiando all’estero per un anno. Oggi posso dire studiare economia mi ha
aiutata a capire molto meglio il mondo del business, della finanza e del
marketing”.
Una delle specializzazioni di Eva Katernberg oggi è infatti proprio la traduzione marketing, anche se la sua vera passione è sempre stata lo User Design.
“Dopo l’università ho
iniziato a lavorare come UX designer freelance: non volevo restare per sempre
in questo settore, ma allo stesso tempo non sapevo come trasformare il mio
amore per le lingue in un lavoro. Per fortuna, uno dei miei primi clienti aveva
appena tradotto il suo sito in tedesco ed era alla ricerca di qualcuno che lo
rivedesse e sapesse anche come funziona la User Experience. Mi sono proposta
per farlo e da lì ho scoperto la localizzazione, che per me è il mix perfetto
di comunicazione, tecnologia, lingue e culture”.
Da lì in poi, Eva Katernberg ha continuato a lavorare nel mondo della localizzazione con numerosi clienti diretti che apprezzano il suo percorso e le sue competenze tecniche.
“Per me non avere una
laurea in traduzione non è mai stato un problema: ai clienti diretti interessa
soprattutto quello che sai fare”, spiega Eva, che consiglia a chiunque si trovi
nella sua stessa situazione di evitare,
almeno finché non si ha un po’ di esperienza, di collaborare con le agenzie di
traduzione, che in alcuni casi preferiscono lavorare con chi ha una laurea in
Traduzione, e seguire numerosi corsi di formazione per imparare le varie tecniche di traduzione.
PRO TIP: Vuoi scoprire di più sul percorso di Eva Katernberg e sullo User Design applicato alla traduzione?
Allora non perderti la sua intervista sul nostro canale YouTube:
Come scegliere in cosa
specializzarsi?
La specializzazione è l’ambito in cui chi traduce acquisisce un alto grado di competenza linguistica e terminologica.
Specializzarsi è fondamentale per posizionarsi sul mercato come “esperto/a
in” e ritagliarsi la propria nicchia di clienti o agenzie. Al contrario,
presentarti come un traduttore o una traduttrice “generico”, che traduce
qualsiasi testo, è rischioso perché la mancanza di competenze specifiche è
sinonimo di mancanza di professionalità e formazione.
Esistono moltissime
specializzazioni, e alcune sono più specifiche di altre: un traduttore specializzato
in traduzione medica può essere un esperto nella traduzione di casi clinici e
una traduttrice giuridica può acquisire una grande esperienza nella traduzione
di contratti di locazione.
Se stai per scegliere la
tua specializzazione, ecco qualche consiglio di Silvia Giancola, traduttrice,
proofreader e post-editor da inglese e francese verso l’italiano con più di
vent’anni di esperienza:
“Non avere paura: scegli
la tua strada. Non temere il giudizio degli altri e di sprecare tempo in
formazione, non è mai tempo sprecato, in qualunque modo la si faccia”.
La buona notizia,
inoltre, è che non devi scegliere una sola specializzazione:
“Non sono dell’idea che chi
traduce debba specializzarsi in maniera verticale in un solo ambito. È molto
restrittivo, pericoloso, e alla lunga noioso. Ampliare i propri orizzonti può
portare a maggiori soddisfazioni e opportunità, oltre che a una maggiore
tranquillità finanziaria”.
Specializzarsi in un solo ambito (e magari anche in una sola combinazione linguistica) può essere controproducente perché potrebbe non esserci abbastanza lavoro in quella nicchia, o non essercene per lunghi periodi durante l’anno.
Due o tre specializzazioni,
magari molto simili tra loro, possono aiutarti a evitare fin da subito questo
tipo di problemi.
PRO TIP: Sei alla ricerca di un ambito in cui specializzarti?
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Come si diventa freelancer?
In Italia, puoi lavorare
in maniera autonoma senza aprire partita IVA finché non superi il limite dei 5mila
euro di compensi netti all'anno. Il documento che viene utilizzato per tenere
traccia di queste prestazioni (dette prestazioni occasionali) è chiamato
ritenuta d’acconto e prevede l’applicazione, per l’appunto, di una ritenuta del
20% sui guadagni.
Superati i 5mila euro di
compensi netti, è obbligatorio aprire partita IVA. A questo punto della tua carriera, ti suggeriamo di contattare un o
una commercialista per aiutarti a gestire la tua situazione finanziaria e fiscale.
Allo stesso tempo,
diventare freelancer da subito è molto difficile, anzi: costruire la propria
rete di contatti e clienti da zero è uno degli aspetti più difficili di questo
lavoro. Non scoraggiarti quindi se all’inizio ti ritrovi a fare altri lavori
dipendenti e a lavorare in maniera autonoma part-time o nei ritagli di tempo: è
una situazione molto comune.
Ecco l’esperienza di
Katie Uniacke, copywriter, traduttrice in ambito marketing e sottotitolatrice:
“All’inizio, essere
freelancer non era la mia fonte di guadagno principale. Non fare completo
affidamento sulla traduzione come lavoro all’inizio è meno stressante e ti
permette di fare molte più esperienze. Datti il tempo di costruire il tuo business
e a un certo punto arriverà il momento in cui potrai fare il grande salto e
diventare freelancer full-time. Non scoraggiarti!”.
Come trovare i primi lavori?
Ottenere i primi
incarichi di traduzione è faticoso, non te lo nascondiamo. Eppure, esistono
piattaforme, aziende e strategie che possono aiutarti in questa fase della tua
carriera.
Ecco un video in cui
troverai le migliori piattaforme dove trovare incarichi di traduzione per
iniziare la tua vita da freelancer con il piede giusto:
Verso la fine del video
avrai notato che si parla anche di social network, e ti starai chiedendo: ma
cosa c’entrano Instagram e LinkedIn con la mia vita da traduttore e traduttrice
freelance?
C’entrano molto più di quanto
pensi: infatti, creare contenuti legati alla tua professione su queste due
piattaforme e conoscere non solo nuovi clienti, ma anche altri colleghi e
colleghe sono due step fondamentali per garantirti il sostegno economico e
professionale di cui hai bisogno.
Su questo argomento, ascolta
i consigli di Kelsey Frick, Freelance Translation Account Manager e
sottotitolatrice:
“Penso che la cosa
migliore che ho imparato durante il mio primo anno da freelancer sia stato come
costruire una community. Avrei potuto fare tutto il personal branding del
mondo, ma se non avessi davvero iniziato a parlare con altre persone non avrei
avuto neanche la metà delle soddisfazioni che ho avuto”.
PRO TIP: Impara tutti i segreti del networking per diventare un traduttore o una traduttrice freelance di successo grazie a questo webinar creato dalla nostra collaboratrice Valentina Alia:
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