I dieci codici da rispettare per una buona traduzione audiovisiva

 


Sul nostro sito, scorrendo tra i vari corsi disponibili avrete sicuramente fatto caso che alcuni hanno a che fare con la traduzione audiovisiva (MD traduzione per il voice-over) o la creazione di sottotitoli (MD Sottotitolaggio, MD Creazione di sottotitoli con aegisub). Un mondo interessante soprattutto per chi divora serie Tv su Netflix e spesso è costretto ad aspettare la versione nella propria lingua madre per comprenderla al meglio!! Ma dietro la traduzione di un film, dietro la creazione di un sottotitolo si nasconde un mondo, un lavoro magnifico, una minuziosa attenzione al dettaglio per fare in modo che il film non subisca troppi cambiamenti ma soprattutto che il senso rimanga lo stesso non solo del film in sé ma di tutti quelli che sono i riferimenti culturali, i modi di dire, le particolarità linguistiche dei personaggi. 

Proprio per questo motivo oggi vogliamo spiegarvi i dieci codici da rispettare affinché venga fuori una buona traduzione audiovisiva!!

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I dieci codici da rispettare per una buona traduzione audiovisiva

La traduzione non è solo una questione di parole: il punto è rendere comprensibile un’intera cultura.

(Anthony Burgess)

Quando si parla di traduzione audiovisiva si prende in considerazione un testo multimediale, ossia un testo audiovisivo che racchiude al suo interno più codici quali immagini, suoni o testo e più canali che interagiscono tra di loro.

La traduzione audiovisiva inizia a svilupparsi tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta del Novecento, periodo in cui le nuove tecnologie fanno passi da giganti, causando un aumento dei prodotti audiovisivi che hanno necessità di essere tradotti per essere commercializzati nelle aree delle diverse comunità linguistiche. Lo scopo principale della traduzione audiovisiva è appunto la creazione di prodotti audiovisivi da poter offrire ad un pubblico sempre più vasto attraverso il trasferimento di dialoghi filmici da un sistema linguistico all’altro. L’oggetto principale su cui si sofferma il lavoro del traduttore audiovisivo è il parlato filmico, l’unico oggetto da lui manipolabile, che rappresenta la componente orale di un testo cinematografico, ovvero i dialoghi tra i personaggi presenti nei film.

Il parlato filmico rappresenta dunque un particolare tipo di testo creato con lo scopo di sembrare un parlato spontaneo e autentico. Esso è vincolato dalla presenza di più codici, visivo, sonoro e verbale, proprio per questo motivo, al momento della traduzione, si deve far attenzione in particolar modo agli elementi non verbali che possono condizionare maggiormente le scelte traduttive.

Frederic Chaume


Lo studioso Frederic Chaume nel saggio Film Studies and Translation Studies: Two Disciplines at Stoke in Audiovisual Translation sostiene che esistano dieci codici che un traduttore audiovisivo deve prendere in considerazione quando si trova davanti alla traduzione di un film:

• IL CODICE LINGUISTICO: rappresenta l’elemento principale su cui si opera nel processo di traduzione in generale. Il codice linguistico di un testo audiovisivo, a differenza di altri, costituisce un testo scritto che deve essere rappresentato oralmente e deve sembrare spontaneo, il testo di arrivo deve mantenere questa spontaneità.

• IL CODICE PARALINGUISTICO: riguarda gli elementi che caratterizzano la comunicazione verbale umana, come: i silenzi, le pause, il tono della voce, la risata. Sono tutti i componenti del parlato spontaneo che nella traduzione audiovisiva devono essere inclusi.

• IL CODICE MUSICALE: spesso nei film sono presenti le canzoni che richiedono nella traduzione un adattamento particolare che deve corrispondere al numero delle sillabe, all’accentuazione, alla rima. Quando si ha a che fare con la traduzione di una canzone non è sufficiente tradurre il verso ma andare ad analizzare quante sono le sillabe del verso, di che tipo di rima si tratta e cercare quindi un adattamento che rispetti il più possibile il senso della canzone, la musicalità e tutte le altre caratteristiche citate.

 IL CODICE DI ARRANGIAMENTO SONORO: nel testo audiovisivo si possono avere due diversi suoni, quello diegetico, che appartiene alla storia, e quello extradiegetico, come ad esempio la voce fuori campo. Le voci fuoricampo non sono legate alle immagini, la loro origine non è quindi visibile sullo schermo, tutto ciò permette al traduttore di esprimersi molto più liberamente nella traduzione, in quanto, in questo caso non deve tener conto del sincronismo labiale. Si tratta quindi di un Voice-over che lascia ampio spazio al traduttore che può così lavorare su una traduzione molto più libera.

 IL CODICE ICONOGRAFICO: rappresenta il vincolo maggiore per i traduttori audiovisivi; il problema riguarda la trasposizione di icone, simboli e indizi. I simboli iconografici, in generale, non si traducono, non si rappresentano linguisticamente a meno che non siano accompagnati da una spiegazione verbale. Questo codice non deve essere considerato solamente quando si parla di traduzione audiovisiva, ma anche nel caso dei sottotitoli. Sono quindi codici che possono tranquillamente essere omessi a meno che non siano specificatamente spiegati verbalmente.

• IL CODICE FOTOGRAFICO: riguarda i cambiamenti di illuminazione, prospettiva e colore. Devono essere considerati in quanto il cambiamento di scena o di prospettiva deve essere indicato quando si ha a che fare con un adattamento, esiste un simbolo particolare che indica il cambiamento di scena (///) e deve essere inserito nell’adattamento per dare maggiori informazioni al doppiatore. Inoltre, il cambiamento di prospettiva conferisce al traduttore maggiore libertà nella traduzione di un contenuto multimediale, se, ad esempio, il personaggio che parla si trova molto lontano dalla telecamera non verrà inquadrata la bocca quindi non bisognerà necessariamente tener conto del sincronismo labiale, a differenza di un primo piano in cui il sincronismo labiale è importantissimo per una buona riuscita dell’adattamento e il conseguente doppiaggio.

• IL CODICE DELL’INQUADRATURA: l’inquadratura assume un aspetto rilevante perché la scelta di come riprendere un oggetto in una scena filmica può mettere in risalto o aggiungere significato all’oggetto inquadrato, l’inquadratura diviene così particolarmente significativa nel doppiaggio. Anche in questo caso, vale la stessa regola del codice fotografico, l’inquadratura, quindi l’individuazione di un campo lungo (CL), un campo lunghissimo (CLL) o un primo piano piano sono fondamentali per il lavoro del traduttore audiovisivo.

 IL CODICE DI MOBILITA’: distingue il linguaggio del cinema da tutti gli altri linguaggi, esso riguarda i segni che descrivono i rapporti di distanza spaziale nella comunicazione tra persone, ossia i segni PROSSEMICI, e i segni CINEMICI. Nei testi audiovisivi si stratta di distanza tra i personaggi coinvolti in una scena e la loro distanza rispetto alla macchina da presa.

 IL CODICE GRAFICO: si riferisce a tutti i generi di scritte come ad esempio titoli, sottotitoli e didascalie presenti nei film, tutti questi testi vengono tradotti solo se contengono informazioni fondamentali per una completa compresenza del messaggio trasmesso. Nel caso dei sottotitoli invece devono essere sempre trascritti.

• IL CODICE SINTATTICO DEL MONTAGGIO: rappresenta il modo in cui le immagini sono associate e collegate tra di loro. Ad esempio, all’interno di un film si può trovare la ripetizione visuale o verbale di un segno iconico che comporta il problema di una eccessiva lunghezza della traduzione, ciò, si potrebbe risolvere mediante l’utilizzo di un pronome, un sinonimo o un’ellissi all’interno del testo tradotto.

Dunque, per avere una traduzione corretta e completa, il traduttore del testo audiovisivo deve tener conto della pluralità dei codici e dei canali che un prodotto audiovisivo comprende.

Autrici: Alessia Venditti e Melissa Amato    

Alessia e Melissa sono le ideatrici del corso:



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