Caccia all'errore... di traduzione

 



Caccia all'errore... di traduzione 

Possono essere divertenti e strappare risate, ma possono anche rovinare l’immagine di un’azienda! Si tratta degli errori di traduzione che avvengono soprattutto quando ci si affida al risparmio. Che siano errori di natura umana o di machine translation, derivano comunque da un lavoro di pessima qualità. Vediamone alcuni in questo articolo e ridiamo (per non piangere)!

Nella società di oggi, sempre più globalizzata, ci sono imprese che si sono fatte spazio nel mercato internazionale e questo significa che in ogni paese in cui sono presenti devono farsi conoscere attraverso la pubblicità. Ma ogni paese ha una propria cultura, un proprio stile di vita, un proprio modo di vedere le cose. Allora come fa, ad esempio, un’azienda occidentale ad affermarsi in Oriente? È qui che entra in gioco la figura del transcreatore, ovvero un traduttore esperto di marketing con ottime capacità creative che si occupa di tradurre slogan o pubblicità adattandole alla cultura di arrivo. Quando, però, l’azienda risparmia su questo tipo di servizio rischia di trovarsi in situazioni imbarazzanti, soprattutto se si parla di marchi molto famosi.

Prendiamo, ad esempio, la Pepsi, la nota bevanda prodotta da una multinazionale americana. Lo slogan originale in inglese recita: “Pepsi brings you back to life” che in italiano letteralmente si potrebbe tradurre con “Pepsi ti rigenera”. L’espressione inglese bring back to life significa riportare in vita, resuscitare, ma ha anche il significato figurato di rigenerare, rinvigorire


Chi conosce il cinese mandarino (questa è la lingua d’arrivo della traduzione dello slogan) starà già ridendo sotto i baffi. Per chi invece non lo conosce, inizierà a ridere ora. Il traduttore (se così si può chiamare) ha ottenuto più o meno questo risultato: “Pepsi resuscita i tuoi antenati dalla tomba”.

Rimaniamo sempre nella stessa combinazione linguistica: inglese-cinese mandarino. La protagonista è la famosa catena di fast food statunitense KFC (Kentucky Fried Chicken) che, come dice il nome, è specializzata in pollo fritto. Anche qui in Italia è ormai ben affermata con il suo slogan “Buono da leccarsi le dita!”, ma vediamo cos’è successo, invece, in Cina. 



La prima foto contiene lo slogan originale americano “It’s finger lickin’ good” che corrisponde alla traduzione fatta per lo slogan italiano. Ora guardiamo la foto accanto in cinese i cui ideogrammi recitano, come è già scritto nell’immagine, “Eat your fingers off”, cioè “Mangiati le dita”. Per fortuna all’epoca del lancio in Cina, il marchio lì era ancora poco conosciuto e si è ripreso in fretta. Certo che America e Cina non vanno proprio d’accordo in quanto a traduzioni!

Ci spostiamo ora in Medio Oriente, più precisamente nel Bahrein dove la celebre catena svedese IKEA ha fatto parlare di sé per una gaffe linguistica piuttosto divertente, ma di cattiva pubblicità per la multinazionale:

Lo slogan inglese “Create your perfect night’s sleep” (letteralmente “Crea la tua notte di sonno perfetta”) è stato tradotto “Lo stesso ma in arabo”! Probabilmente il traduttore, invece di tradurre lo slogan, ha tradotto l’istruzione ricevuta dal suo cliente che gli ha chiesto di tradurre la stessa frase in arabo. Data la notorietà del marchio, IKEA si è subito scusata e ha posto rimedio alla figuraccia aggiungendo una nuova scritta in cui fa dell’autoironia:



La nuova scritta recita: “Questo è ciò che accade quando non dormi bene la notte… goditi il tuo sonno perfetto!”. Molti pensano che si sia trattata, in realtà, di una strategia di marketing per far parlare di sé. Come diceva, infatti, Oscar Wilde: parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli.


Ora passiamo ad un altro settore, quello bancario. Parliamo della HSBC, il famoso gruppo bancario di Londra che ha dovuto pagare molto caro (precisamente 10 milioni di $) l’errore di traduzione del suo slogan pubblicitario “Assume nothing”, ovvero “Non dare nulla per scontato”. In molti paesi la sua traduzione suonava come un invito a fare l’opposto, cioè “Do nothing”, “Non fare nulla”! Un grave danno d’immagine per un’azienda che deve convincere i clienti ad usare i propri servizi. 


Per questo motivo i proprietari di aziende e marchi dovrebbero puntare alla qualità nell’ambito pubblicitario e non scegliere il risparmio. Altrimenti rischiano di trovarsi nelle situazioni imbarazzanti viste finora.

Se vuoi saperne di più su come funziona la traduzione pubblicitaria, ti consiglio di dare un’occhiata al nostro corso di transcreazione https://www.translastars.it/course/corso-transcreazione che deve andare di pari passo con la localizzazione, ovvero l’adattamento di una traduzione alla cultura di ogni singolo paese. Anche per questo possiamo offrirti un corso specifico: https://www.translastars.it/course/corso-localizazione-siti-web-tedesco-italiano.


Tutti gli errori di traduzione che abbiamo visto finora sono quelli che hanno maggior peso a causa della loro visibilità. Lo slogan di un’azienda o di un marchio ha lo scopo di attirare clienti, quindi una cattiva traduzione influisce molto su questo. Diverso è il caso di errori di traduzione che si trovano principalmente sui cartelli (stradali e non) e sui menù di bar e ristoranti.


Machine translation: che disastro!

Gli errori di traduzione che vedremo in questo paragrafo sono quasi sicuramente frutto della traduzione automatica che non riesce a riconoscere la polisemia dei termini, come in questo caso: 



La menta, intesa come pianta, è stata tradotta in inglese con lies, la terza persona singolare del verbo to lie, cioè mentire. Un traduttore automatico non è in grado di capire se il termine menta qui sia inteso come verbo o come sostantivo perché, a differenza di un essere umano, non può far riferimento al contesto, le sue capacità sono limitate.


Per rimanere in tema culinario, ecco qui un’altra traduzione molto divertente del menù di un ristorante cinese che suona chiaramente macabra agli occhi di un inglese: 


Al punto numero 6 si parla di human sauce (salsa umana). Sarebbe interessante capire da quale termine della lingua di partenza derivi questa “particolare” traduzione e come il traduttore automatico sia arrivato a tale conclusione.


Last but not least, arriva il colosso del marketing online per eccellenza: Amazon. È risaputo che molte sue traduzioni (affidate sicuramente alla machine translation) risultano buffe e, spesso, addirittura incomprensibili come in questo caso:


La descrizione del prodotto in alcuni punti è totalmente incomprensibile. Ci sono verbi coniugati a caso, concordanze mancanti, struttura delle frasi che non corrisponde a quella dell’italiano. E questo è solo uno dei tanti esempi di traduzioni disastrose, ce ne sono di peggiori con termini volgari che non si sa da dove vengano fuori. Nonostante questo, Amazon resta comunque l’azienda di commercio online più usata, segno che in questo caso la traduzione è diventata quasi più elemento di ironia che altro.

In conclusione, possiamo constatare che, per quanto debbano essere il più possibile da evitare, gli errori di traduzione negli slogan pubblicitari e in tutto ciò che serve ad attirare clienti si pagano a caro prezzo perché arrecano danno all’immagine di un’azienda che rischia di essere etichettata negativamente. Il secondo tipo di errori di traduzione, cioè quelli che si trovano nei menù (come abbiamo visto) o sui cartelli, non arrecano danni dello stesso calibro, anche se rischiano comunque di far perdere un po’ di credibilità. Ciò che è sicuro è che una risata la strappano un po’ a tutti.

Ed è proprio ciò che spero di aver fatto anch’io con questo articolo! 


Autrice: Zahra Jarib


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