5 buoni motivi per affidarsi ad un post-editor

 



 

Indice dei contenuti

1.     - MT e post-editor: due in uno

2.   - Light o Full post-editing?

3.   - Il post-editor e i CAT Tool

4.   - Il post-editor nella traduzione audiovisiva

5.   - Il post-editor e gli errori della MT


Che tu sia un traduttore o meno, di sicuro hai usato almeno una volta nella tua vita Google Translate o suoi simili. Solo gli addetti ai lavori, però, sanno definire esattamente il contesto in cui si inserisce questo tipo di traduzione automatica. La Machine Translation (MT), andando avanti con gli anni, migliora le proprie prestazioni grazie al progresso della tecnologia e al rapido sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Per spiegarlo in poche parole, l’essere umano sta insegnando alle macchine, tramite una serie di corpora, a memorizzare dei dati linguistici in modo che queste possano apprenderli, elaborarli e svolgere la traduzione. Chiaramente, per quanto i software dedicati a tale attività siano sempre più performanti, non potranno mai raggiungere il livello di una traduzione umana. E allora perché accanirci a usarli se la capacità delle macchine è inferiore alla nostra? I motivi sono svariati e sono al centro di un dibattito che dura da anni fra traduttori pro e contro la MT.

Ad ogni modo, l’unione delle macchine e degli esseri umani ha dato vita a una figura professionale denominata post-editor.

In questo articolo ti presenterò proprio il ruolo del post-editor e i 5 motivi per cui la sua funzione è di estrema importanza nel settore traduttivo.

 

1. MT e post-editor: due in uno

Innanzitutto, partiamo dal presupposto che la MT non ha alcuna intenzione di sostituire il traduttore (perlomeno non ai giorni nostri e speriamo mai!). Il suo ruolo sarebbe quello di fornirgli un aiuto per velocizzare il lavoro, facendo ciò che un traduttore umano non sarebbe in grado di fare.

Infatti, solo una macchina può tradurre un testo (seppur parola per parola) in una frazione di secondo e solo un professionista umano è in grado di ragionare, di capire veramente il testo non in modo meccanico, ma usando le proprie capacità di comprensione e, di conseguenza, assicurando una traduzione di qualità. Ecco perché, a mio avviso, in questo ambito la MT non deve essere vista come una minaccia, ma come un valido alleato per ridurre una mole di lavoro importante. Inoltre, è un vantaggio anche per i clienti che ricevono una traduzione di qualità in tempi ridotti e a un prezzo più accessibile. Naturalmente, questo non significa che il traduttore debba essere sottopagato: il suo lavoro è solo agevolato, ma tutte le sue competenze vengono messe in campo per collaborare con la sua “collega” automatica.

Quindi, per riassumere questo paragrafo, MT e post-editor possono convivere pacificamente e supportarsi l’uno con l’altro senza entrare in conflitto. Questo è il primo motivo a favore della tesi per cui un post-editor è fondamentale nella traduzione. 


2. Light o Full post-editing?

Quando un testo viene affidato alla MT il risultato talvolta può essere accettabile, altre volte quasi incomprensibile. Ecco perché c’è la possibilità di eseguire due tipi diversi di post-editing:

Il Light post-editing, come dice il nome stesso, è una revisione leggera della traduzione in cui è sufficiente correggere gli errori più grossolani, assicurarsi che l’ortografia sia corretta e verificare che non sia stata omessa o aggiunta alcuna informazione. La grammatica e la punteggiatura vengono corrette solo se intaccano la comprensione. Non è necessario apportare miglioramenti stilistici né modificare le frasi per renderle più scorrevoli. L’obiettivo è semplicemente rendere comprensibile e fedele il testo che darà comunque l’idea di essere stato tradotto da una macchina, ma con le dovute correzioni. È un servizio che viene utilizzato in caso di testi perlopiù informativi, mentre per testi più elaborati come cataloghi e istruzioni per l’uso si ricorre al Full post-editing. Si tratta di un tipo di revisione completa il cui obiettivo è rendere la traduzione il più possibile vicina a quella svolta da un professionista umano. Per questo motivo, oltre alla correzione degli errori previsti già dal Light post-editing, questa tipologia si occupa di rimaneggiare il testo anche dal punto di vista stilistico per renderlo scorrevole e di alta qualità.

Pertanto, se si opta per la modalità “Full”, il post-editor deve essere anche in grado di gestire la terminologia del campo relativo alla traduzione in questione.

A questo proposito, se ti piacerebbe conoscere le migliori tecniche per le ricerche terminologiche dei traduttori, ti consiglio di seguire il nostro webinar: https://www.translastars.it/course/ricerche-terminologiche-traduttori.

 

3. Il post-editor e i CAT Tool

Tutti ormai sappiamo cos’è la traduzione assistita, ma forse pochi la collegano alla figura del post-editor.

Partendo dal fatto che la traduzione assistita non corrisponde alla traduzione automatica, da alcuni anni ci sono CAT Tool come Trados in cui è stata introdotta l’opzione di traduzione automatica neurale (NMT). Si tratta di un sistema completamente nuovo di traduzione automatica che è in grado di imparare dai propri errori (grazie alla machine learning) e che analizza intere frasi inserite nel loro contesto, riconoscendo la struttura della lingua di partenza e di quella d’arrivo che gli permette di svolgere una traduzione di senso compiuto.

Grazie a questo prodigio della tecnologia, la traduzione assistita viene arricchita da un ulteriore supporto al traduttore. Questo sistema di autoapprendimento delle macchine lascia molte perplessità sul futuro dei traduttori, ma in realtà può essere un valido aiuto per progetti di grandi dimensioni. La convivenza, all’interno dei CAT, di memorie di traduzione, database terminologici e NMT può rivelarsi una solida base per il traduttore che qui diventa post-editor.

È necessario, però, precisare che questo sistema non è efficace per ogni tipologia testuale. Per quanto le reti neurali cerchino di riprodurre la logica del cervello umano, non saranno mai in grado di comprendere significati figurati o riferimenti culturali. Pertanto, la traduzione editoriale o la transcreazione rimangono sicuramente ambiti tagliati fuori dall’uso della traduzione automatica e del post-editing.

Se sei interessato/a a saperne di più sulla transcreazione, ti consiglio di dare un’occhiata al nostro corso: https://www.translastars.it/course/corso-transcreazione.

E se vuoi cimentarti nella traduzione che, come dicevo, è irraggiungibile per le macchine, puoi iscriverti al corso di traduzione delle frasi idiomatiche: https://www.translastars.it/course/traduzione-frase-idiomatiche.  


4. Il post-editor nella traduzione audiovisiva

Uno fra i tanti motivi per cui il post-editor è necessario nei servizi di traduzione è la sua versatilità. Con lo sviluppo della tecnologia oggi anche i formati audio e video possono essere trascritti e tradotti con il sistema della MT. Pensiamo ad esempio ai sottotitoli: una trascrizione manuale degli audio richiede molto tempo e, di conseguenza, costi elevati. Oggi, però, esistono software in grado di generare automaticamente i sottotitoli in modo molto rapido ed efficace. Naturalmente, come detto finora, anche per la traduzione audiovisiva la MT offre una qualità piuttosto scarsa ed è qui che entra in azione la figura del post-editor.

La piattaforma di traduzione automatica svolge un doppio passaggio: in un primo momento l’audio del video viene acquisito dal software grazie alla sua funzione di riconoscimento vocale e, quindi, trasformato in testo scritto già provvisto di time code. In un secondo momento, grazie alla MT viene tradotto nella lingua desiderata, mantenendo una corretta segmentazione (testo su due righe in caso di frasi lunghe).

Una volta eseguiti questi processi automatici, il post-editor si occupa di revisionare la correttezza della grammatica, della punteggiatura, della coesione del testo e soprattutto della terminologia che, a seconda del canale audiovisivo a cui i sottotitoli sono destinati, è molto variegata.

In questo tipo di traduzione il post-editor deve possedere anche qualche conoscenza di base dell’informatica poiché il suo compito non si limita alla correzione del testo ma anche alla regolazione della sincronizzazione del testo con l’audio dei personaggi che parlano. In gergo tecnico si parla dei time code, quindi i tempi di entrata e di uscita dei sottotitoli che devono comparire sullo schermo abbastanza a lungo per poterli leggere.

Se sei interessato/a a capire come funziona un processo di sottotitolaggio, ti consiglio di visitare le pagine dei nostri corsi dedicati a questo tema (trovi i link qui sotto).

MD Sottotitolaggio: https://www.translastars.it/course/sottotitolaggio

MD Creazione di sottotitoli con Aegisub: https://www.translastars.it/course/corso-di-creazione-sottotitoli-aegisub

ProD+T Sottotitolaggio e sottotitoli per non udenti: https://www.translastars.it/course/sottotitolaggio-sottotitoli-non-udenti

 

5. Il post-editor e gli errori della MT

Può sembrare paradossale ma, a volte, il lavoro del post-editor può rivelarsi più semplice di quello di un revisore di traduzioni svolte da professionisti. Perché?

Se ci pensiamo bene, una macchina esegue le funzioni per cui è stata “addestrata” in modo meccanico, quindi tutto ciò che fa si ripete sempre allo stesso identico modo.

Pertanto, anche gli errori che commette sono più o meno sempre della stessa tipologia. I più comuni riguardano la terminologia tecnica che, se non contenuta in specifiche banche dati o glossari forniti alla macchina, risulta non uniforme nella traduzione ed è quindi il post-editor in fase di revisione a doverla poi rendere tale.

Un altro grande problema della MT è la sua difficoltà nel comprendere il contesto a cui ci si riferisce. Ecco perché spesso le soluzioni trovate dai sistemi di traduzione automatica possono essere corrette dal punto di vista traduttivo ma riproposte in un contesto errato. È quindi compito del post-editor individuare questi casi e comprendere l’intenzione del testo di partenza.

Infine, un altro classico errore compiuto dalla MT è l’utilizzo di espressioni e convenzioni in modo inappropriato, come il passaggio improvviso dal tu al Lei o viceversa.

Indubbiamente, gli errori sono di vario tipo, questi sono solo gli esempi più ricorrenti.

È naturale, quindi, che errori ripetuti in serie sono più facili da individuare e da correggere allo stesso modo, mentre la traduzione di un essere umano può contenere errori di vario genere e sempre diversi gli uni dagli altri. In questo senso si può dire che il compito del post-editor sia un po’ più agevolato. 

 

E con questo siamo arrivati all’ultimo punto che motiva l’importanza della figura del post-editor nella traduzione. Spero di averti convinto e che l’articolo ti sia piaciuto!

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Autrice: Zahra Jarib

 

 



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