Come aprire partita IVA se vuoi diventare un traduttore freelance: ecco la guida completa


Come aprire partita IVA se vuoi diventare un traduttore freelance: ecco la guida completa

Codice ATECO, regime fiscale, imposte e contributi: aprire la partita IVA come traduttore o traduttrice freelance in Italia può sembrare un’impresa impossibile.

Bisogna fare i conti con una realtà tutta nuova, per la quale spesso l'Università non ti prepara.


Ecco perché, con l’aiuto di Fiscozen, il servizio online per la gestione della Partita IVA che offre un commercialista dedicato e una piattaforma da cui tenere tutto sotto controllo, abbiamo deciso di raccogliere in un solo articolo tutte le risposte ai dubbi più comuni che traduttori e traduttrici freelance hanno quando scelgono di aprire partita IVA.


Iniziamo!


Indice dei contenuti:

Qual è la differenza tra prestazione occasionale e partita IVA?

Come aprire partita IVA se sei un traduttore?

Cos’è un codice ATECO?
Quali sono i regimi fiscali per chi possiede partita IVA?
Come funziona il regime forfettario?

Qual è la differenza tra prestazione occasionale e partita IVA?


Ce l’hai fatta: hai trovato il tuo primo cliente, hai negoziato le tue tariffe e ora vuoi capire in che modo potrai essere pagato/a. 


La prima cosa che devi tenere a mente è che se le tue collaborazioni con i clienti  sono sporadiche, non hai bisogno di aprire partita IVA.


In questi casi, infatti, la tua sarà una prestazione occasionale e potrai quindi ricevere il pagamento che ti spetta emettendo una ricevuta con ritenuta d’acconto.


La ritenuta d’acconto è una percentuale del 20% sul compenso pattuito che dovrai sottrarre al tuo compenso  e che rappresenta un anticipo sulle imposte che il cliente pagherà al posto tuo.


Se quindi il compenso lordo pattuito è pari a 750 euro, all’interno della ricevuta segnalerai che la ritenuta d’acconto è pari a 150 euro (20% di 750). Di conseguenza, il cliente dovrà pagarti 600 euro.


I 150 euro rimanenti vengono versati dal tuo cliente all’Agenzia delle Entrate entro il 16 del mese successivo tramite modello F24.  


Ricorda sempre di conservare e numerare le ricevute che emetti in ordine cronologico (la prima che emetti in ordine di tempo, in qualsiasi momento dell’anno, sarà la n.1, la seconda la n.2 e via dicendo), anche se le emetti per clienti diversi.


Ma soprattutto, tieni a mente che le prestazioni occasionali con ritenuta d’acconto valgono solo se

  1. Svolgi l’attività in modo occasionale e sporadico;

  2. Non c’è coordinamento organizzativo da parte di chi ti ha commissionato il lavoro, quindi non hai obblighi precisi di orario di lavoro, presenza in ufficio, etc.

  3. Non è un’attività che svolgi già in modo professionale.


Se il tuo committente ti affida un paio di traduzioni al mese, ma con una certa regolarità, hai l’obbligo di aprire partita IVA come traduttore, perché le tue prestazioni smettono di essere occasionali.


Come aprire partita IVA se sei un traduttore?


Aprire partita IVA se sei un traduttore o una traduttrice non è di per sé un processo difficile o costoso.


Puoi farlo gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando semplicemente carta d’identità e codice fiscale.


Nel farlo, tuttavia, dovrai inserire un codice ATECO e identificare  il  regime fiscale più adatto alle tue esigenze.


Oltre a questo dovresti imparare a calcolare tasse e contributi e gestire gli obblighi fiscali autonomamente (oltre a trovare clienti, promuovere la tua attività, calcolare preventivi e tante altre mansioni che fanno parte della vita quotidiana da freelance).


Per questo motivo, ti consigliamo di affidarti fin da subito a un commercialista come Fiscozen. Saranno loro infatti a guidarti nella scelta dei parametri più adatti alla tua attività, risolvere i tuoi dubbi più puntuali e ricordarti le tue scadenze fiscali.


Cos’è un codice ATECO?


Il codice ATECO è  una sequenza di 6 numeri che identifica nel dettaglio l’attività che svolgi.


Se ti occupi esclusivamente di servizi di traduzione o interpretariato, il tuo codice sarà 

74.30.00 – Traduzione e interpretariato.


In caso decidessi fin da subito di offrire anche altri servizi (come copywriting, gestione dei social media, etc.), puoi inserire fino a 6 codici ATECO.


Il codice ATECO in regime forfettario ha anche un’altra funzione: determina il coefficiente di redditività, cioè la percentuale che identifica su quale parte del tuo incassato devi pagare tasse e contributi.


Ad esempio, l’attività di traduttore prevede un coefficiente di redditività del 78%, quindi se incassi 20.000€, paghi le tasse solo su 15.600€ (20.000€ x 78%) ed il restante 22% viene considerata spesa forfettaria.


Se hai più di un codice ATECO dovrai dividere le tue fatture per tipo di attività perché in fase di dichiarazioni dei redditi gli importi incassati andranno indicati separatamente.


Coefficiente, reddito, incassi, imposta: niente paura, ti spieghiamo tutto nel prossimo paragrafo!


Quali sono i regimi fiscali per chi possiede partita IVA?


In Italia esistono due regimi fiscali: ordinario e forfettario.


Se sei un traduttore o una traduttrice agli inizi, è molto probabile che il regime che fa per te sia quello forfettario, che si applica ai professionisti che percepiscono ricavi e compensi fino a 85.000 euro l’anno.


Come funziona il regime forfettario?


Se hai aperto partita IVA con il regime forfettario, paghi un’imposta sostitutiva pari al 15% del tuo reddito imponibile o al 5% per i primi 5 anni se avvii una nuova attività .


Ora ti starai chiedendo: ma cosa vuol dire quindi “reddito imponibile”?


Nel regime forfettario, il reddito imponibile corrisponde a una percentuale di quel che guadagni. Questa percentuale, chiamata coefficiente di redditività, dipende dal tuo codice ATECO.


Nel caso di traduttori e interpreti, questa percentuale è pari al 78% dell’incassato


Ecco quindi un esempio di calcolo delle imposte di un/a professionista in regime forfettario che ha incassato 30.000 euro lordi:


30.000 (incassato) x 78% (coefficiente di redditività) = 23.400€ (reddito imponibile)

23.400 x 5% (aliquota sul reddito) = 1.170€


1.170 euro sono quindi le tasse che questo/a professionista dovrà pagare. E i contributi?


Chi si occupa di traduzione e interpretariato deve generalmente versare i suoi contributi alla gestione separata dell’INPS, che prevede nel 2023 un’aliquota del 26,23%.


Per calcolare i contributi, quindi, sarà necessario moltiplicare il reddito imponibile per l’aliquota:


 23.400 x 26,23% = 6.138€


In caso tu avessi già versato contributi previdenziali, il calcolo del tuo reddito imponibile è leggermente diverso, poiché è possibile sottrarre l’importo dei contributi che hai versato l’anno precedente. 


Ad esempio, nel caso in cui l'anno precedente hai versato 2.000 euro di contributi previdenziali, il calcolo del reddito imponibile sarebbe:


(30.000 euro x 78%) - 2.000 euro = 21.400 euro (reddito imponibile)


Come avrai intuito se hai letto fin qui, capire quante tasse devi pagare con la tua Partita IVA è abbastanza difficile.


Per questo motivo, ti consigliamo di rivolgerti a un consulente fiscale per non fare errori. 


Fiscozen ti offre una consulenza gratuita e senza impegno durante la quale potrai toglierti ogni dubbio.


Puoi prenotarla da questo link.


Se sceglierai di attivare l’abbonamento sarai seguito/a da un commercialista  specializzato che sarà al tuo fianco dall’apertura dell’attività fino alla dichiarazione dei redditi e dalla piattaforma potrai fare il resto come vedere la previsione delle tasse in tempo reale oppure emettere fatture (anche elettroniche!).


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Roberta Cavaglià








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